News - 9 febbraio 2023

Una riflessione sulle AI

L’avvento delle intelligenze artificiali (AI) sta suscitando preoccupazioni in tutto il mondo riguardo al loro potere e al loro impatto sulla società. Persone importanti come Elon Musk e Bill Gates hanno espresso la loro opinione sul futuro delle AI.
Elon Musk ha dichiarato che “l’IA rappresenta una minaccia più grande per l’umanità di qualsiasi guerra”. Bill Gates ha invece affermato che “le AI possono essere utilizzate per aiutare l’umanità, ma bisogna prestare attenzione a come vengono utilizzate”.
È vero che l’avvento delle AI rappresenta una sfida, ma è anche vero che le AI possono essere utilizzate per migliorare la vita dell’umanità. Ad esempio, possono essere utilizzate in campo medico per analizzare i dati medicali e aiutare nella diagnosi e nella cura delle malattie. Oppure per migliorare i servizi sociali, ad esempio per aiutare i disabili o le persone anziane.

Ecco una tabella con alcune delle principali AI e le loro statistiche di utilizzo:

AI Name
Usage
Number of users
GPT-3
Text generation and chatbots
millions
OpenAI
Artificial intelligence research
thousands
TensorFlow
Development of artificial intelligence models
millions
Siri
Voice assistance for Apple devices
billions
Alexa
Voice assistance for Amazon devices
billions

In conclusione, è importante regolamentare l’utilizzo delle AI per garantire che queste tecnologie vengano utilizzate in modo responsabile e che i loro effetti positivi vengano sfruttati al massimo. Questo è il modo migliore per affrontare la sfida rappresentata dall’avvento delle AI e per garantire un futuro positivo per l’umanità.

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Questo testo non è mio, ma è stato scritto da ChatGPT, l’intelligenza artificiale più avanzata dei nostri giorni. L’immagine di Elvis in versione androide e stata generata con Blue Willow, una delle infinite Ai di tipo text-to-image.

Alla prima ho semplicemente chiesto di scrivermi un articolo sui timori dell’uomo in relazione all’argomento AI, cominciando con frasi dette da E.Musk e B.Gates e inserendo una tabella che contenesse un elenco delle principali AI usate e da quante persone fossero usate. Il primo prompt mi ha fornito un articolo già utilizzabile. Poi gli ho chiesto di scriverlo più sintetico e in chiave SEO.

Ecco, quello che avete letto l’ha scritto una AI in una sessione di utilizzo di massimo 10 minuti. La mia riflessione è che tutto questo mi affascina e mi inquieta infinitamente.

Ho visto tante rivoluzioni tecnologiche nella mia vita e tutte mi hanno entusiasmato, hanno ampliato le mie possibilità, mi hanno potenziato.
Ma questa volta siamo davanti a una svolta epocale, qualcosa che finora faceva parte soltanto dell’immaginario fantascientifico cyberpunk.

Qualcosa che non può non preoccupare.

Si dibatte molto su questo tema. C’è chi si sofferma in superficie (l’eterna noiosissima questione della proprietà intellettuale e del copyright) e chi cade nel catastrofismo (le AI ruberanno il lavoro a tutti), c’è chi ci vede un enorme potenziamento delle capacità dell’uomo e chi invece teme che avverrà un take-over.

Io sinceramente, evitando di parlare di politica e della deriva tecnocratica che sono un macro-argomento a parte, credo che le AI verranno usate praticamente per tutto, col rischio di farci finire come in “Wall.E“.
Se pensiamo a come i cellulari ci abbiano resi incapaci di memorizzare i numeri di telefono o come gli smartphone abbiano reso inutile il nostro senso dell’orientamento e la nostra capacità di memorizzare un indirizzo… o se pensiamo a come Siri, Alexa, Youtube, Spotify, ecc siano usate da molti per farsi proporre musica e contenuti senza doverli più nemmeno cercare, annullando il proprio senso critico ed eliminando il piacere della scoperta, beh, è abbastanza facile ipotizzare quale sia la direzione che abbiamo preso.

La domanda è… era necessario?
Sicuramente l’uomo è in corsa con se stesso nell’eterna emulazione del divino. Sicuramente cerca sempre di migliorarsi e si lancia in sfide sempre più grandi. Ma è abbastanza assodato che abbia una spiccata capacità autolesionista e una certa propensione per l’autodistruzione.

Io continuerò a studiarne le potenzialità creative, che sono tantissime. Per ora non nascondo che gli esperimenti che ho fatto con VqGan+Clip, Disco Diffusion, Dall-E, Stable Diffusion, OpenJourney mi hanno affascinato, ma non sono queste le AI che mi inquietano. Le vedo come dei fantastici nuovi tool di sviluppo in grado semmai di arricchirci e velocizzare alcune fasi dei processi cretivi e produttivi.

Penso che intanto continuerò a rifiutare gli strumenti che annullano la mente pretendendo di aiutarla e cercherò di suggerire a tutti di tenere alta la guardia e usare questi strumenti, per quanto possibile, con consapevolezza.